Il supporto alla scuola
La consulenza sistematica agli insegnanti riguardo alle caratteristiche del bambino con ADHD ed al suo funzionamento appare fondamentale per poter rispondere efficacemente ai suoi bisogni.
Il primo passo, comune alla maggior parte dei training per gli insegnanti, è quello di fornire una descrizione esaustiva delle caratteristiche neurobiologiche del disturbo in modo da attribuire significati corretti ai comportamenti che lo contraddistinguono. Conoscere attentamente il quadro dei sintomi legati ai diversi tipi di ADHD è infatti fondamentale per poter prevenire il presentarsi di alcuni problemi tipicamente connessi alla difficoltà di inibizione delle risposte e a posticipare le gratificazioni. Per questo le attività devono essere altamente strutturate e organizzate, le consegne essenziali e sintetiche. Inoltre, è bene sapere che i bambini ADHD necessitano di frequenti e rapidi feedback sul loro modo di agire e di lavorare. Essi, infatti, di fronte alla scelta tra una piccola ricompensa immediata ed una più grande e lontana nel tempo, in genere scelgono la ricompensa immediata, indipendentemente dall’entità e pur essendo capaci di discriminarne il valore. Questo ci suggerisce come, per mantenere alto il livello motivazionale del bambino ADHD, siano necessarie ricompense semplici ma soprattutto tempestive.
L’importanza delle regole e delle routine
Nelle classe dove sono presenti soggetti con ADHD le regole sono fondamentali, prima fra tutte quella di strutturare
un ambiente prevedibile attraverso semplici ma fondamentali accorgimenti come:
- Inserire modalità strutturate anche nei momenti di svago e di passaggio. Durante la ricreazione favorire giochi organizzati che soddisfino l’esigenza di movimento (rincorrersi, giochi con la palla, ecc.); effettuare gli spostamenti
da un luogo a un altro con molta calma (uno stile frettoloso accentua l’eccitabilità dei bambini), chiedendo magari al bambino più irrequieto di controllare se la fila dei compagni è in ordine e pronta per lo spostamento.
- Instaurare delle routine che concilino il bisogno di un’organizzazione stabile delle giornate con il bisogno di novità, tipico dei bambini iperattivi. Per quanto riguarda le routine, alcuni utili esempi sono:
- fare entrare in classe tutti gli alunni a un orario fisso;
- iniziare la lezione con la routine del controllo del materiale didattico utile per la giornata;
- presentare le attività del giorno indicando i tempi di lavoro previsti per ciascuna;
- concordare delle pause da effettuare possibilmente tutti i giorni alla stessa ora;
- organizzare attività, strutturate e concordate con gli alunni, da svolgere durante i momenti di pausa;
- comunicare i compiti per casa riservandosi un buon margine di tempo per controllare che tutti abbiano preso
nota del lavoro ed evitare comunicazioni frettolose negli ultimi minuti di lezione.
Stabilire delle regole chiare e condivise sia nell’utilizzo delle cose che nei rapporti con i pari e/o con gli adulti, aiuta a organizzare i propri spazi e tempi e a sapere in anticipo quali azioni siano da considerarsi gradite o non accettate. L’organizzazione e la regolarità degli impegni forniscono al bambino un telaio di supporto nella comprensione e gestione di ciò che accade intorno a lui e di ciò che è opportuno egli faccia.
Non ci sono regole e routine universalmente valide e rigidamente applicabili: ogni classe ha le sue specificità e ogni docente dovrà trovare le soluzioni che meglio si adattano alla propria realtà scolastica. Tuttavia, ci sono alcuni accorgimenti che possono facilitare il lavoro didattico e la gestione della classe.
Riguardo alle regole, nella loro definizione è importante ricordare che devono:
- essere discusse e scelte con i bambini, dando loro la possibilità di commentarle. Infatti, prendere parte
alladecisione di una regola motiva al rispetto della stessa;
- essere semplici e chiare: «Alzare la mano prima di parlare»; «Non intromettersi mentre la maestra spiega o
non interrompere i compagni mentre stanno lavorando»;
- indicare dei comportamenti positivi e non divieti: «Avvisare la maestra prima di andare in bagno» al posto
di «Non andare in bagno senza l’autorizzazione della maestra»;
- descrivere specificamente cosa è meglio fare. Come premesso, i bambini spesso non sanno cosa ci si aspetta
da loro e quindi non sanno come gestire il proprio comportamento. Frasi come «Bisogna stare buoni», «Non
bisogna parlare», «In palestra comportati bene» sono generiche
e vaghe, e non danno alcuna indicazione su
cosa sia opportuno fare realmente. È possibile che il bambino non sappia cosa si intenda veramente per «fare il
bravo», o comunque, può avere chiaro il concetto ma non sapere come agire. È dunque opportuno esplicitare con
esattezza il comportamento desiderato nei vari contesti. Esempi: «Nei giochi di gruppo bisogna rispettare il
turno», «Quando la maestra spiega, bisogna ascoltare in silenzio», «Prima di parlare, bisogna alzare la mano»,
ecc.;
- essere in numero limitato e rilevanti per la gestione della classe: troppe regole rischierebbero di
renderne difficile il rispetto (circa 6 o 7 dovrebbero essere sufficienti);
essere trascritte su un cartellone da realizzare con i bambini, utilizzando simboli pittorici colorati che
ne facilitino il ricordo.
- Offrire al bambino feedback sulla sua condotta attraverso segnali visivi, uditivi che rimandano al
comportamento richiesto e appropriato: ad esempio sguardi di approvazione o disapprovazione, o frasi come «Bravo
Luca, hai sistemato bene il tuo materiale per disegnare, ora puoi fare merenda».
- Aiutare il bambino a riflettere sul comportamento e a prendere coscienza delle conseguenze che determinate
azioni hanno o hanno avuto in passato.
- Organizzare gli spazi. L’organizzazione dei banchi può favorire la partecipazione del bambino ADHD e del resto
della classe; in relazione alla situazione della classe da gestire, si può valutare quale sia la disposizione
migliore. È necessario, a tal fine, considerare non solo la dislocazione spaziale dei banchi ma anche quali
interazioni con l’ambiente, con i pari e l’insegnante è possibile ne scaturiscano. Allo scopo è utile porsi
alcune domande.
- Dalla cattedra si riesce a vedere il bambino?
- E’ possibile instaurare un contatto visivo col bambino? La possibilità di guardare in faccia
l’alunno consente
di dare dei segnali di feedback immediati, di approvazione o di invito a modificare il comportamento
e di verificare il livello di attenzione quando si impartiscono istruzioni verbali.
- Il bambino è facilmente raggiungibile per verificare lo svolgimento dei compiti o la
trascrizione di comunicazioni e promemoria per casa? Come anche: è facilmente raggiungibile se si
dovesse intervenire per gestire fisicamente l’impulsività e/o l’iperattività a livello
comportamentale in situazioni di emergenza?
- Vicino al bambino ci sono dei compagni? Come sono questi bambini? Tranquilli o vivaci? Tenere a
mente che è importante circondare il bambino ADHD di modelli positivi, mettendogli accanto i compagni
più tranquilli.
- Il bambino ADHD è seduto vicino alla finestra?
- Con quanti compagni riesce ad entrare in contatto dal suo posto?
- Quanti e quali distrattori ci sono all’interno dell’aula? Sono numerosi gli elementi e i fattori
che possono favorire la distraibilità tipica del bambino ADHD? Benché non si possano eliminare né
neutralizzare tutti, è importante tenerne conto nella disposizione e nell’organizzazione dell’aula,
sistemandoli nella maniera più neutra possibile:
- cartelloni: affiggere solo quelli che possono avere una finalità pratica per il lavoro
scolastico, con regole da ricordare (tabelline, verbi, punti cardinali, elementi di
grammatica), o promemoria che facilitino l’organizzazione di un compito (ad esempio leggere il
testo, sottolineare le informazioni principali, pensare a come svolgere il lavoro, concentrarsi e
iniziare lo svolgimento);
- cestino: vista la continua richiesta di temperare matite o buttare carte varie, valutare se
possa essere meno distraente posizionarlo accanto al bambino ADHD o distante da lui;
- armadi/librerie: spesso servono per riporre materiali che per qualità e quantità possono
attrarre l’attenzione del bambino, distraendolo dalla lezione;
- Valutare tempi e difficoltà dei compiti.
È importante fornire indicazioni concrete sui tempi di lavoro. Gli insegnanti possono avvalersi di simboli da ritagliare, che fungono da promemoria sulla tipologia del lavoro da svolgere. Per la predisposizione di cartelloni con le regole e le routine, è più utile avvalersi di simboli e immagini in cui il messaggio è formulato in positivo (es. Quando vuoi parlare ricordati di alzare la mano!!! Evitare frasi che iniziano con NON si deve/NON devi …
parlare senza avere alzato la mano per chiedere la parola).
Tutte le indicazioni date sin qui sono parte integrante di interventi basati sugli antecedenti, ossia azioni attraverso
le quali è possibile modificare l’ambiente che circonda i bambini ADHD, in modo da aumentare la probabilità di emissione di comportamenti desiderabili e rendere meno frequenti quelli non desiderabili.
Fondamentale è agganciare l’intervento ai dati scaturiti dall’osservazione sistematica di ciò che accade in classe nella quotidianità.
Link alle slide su:
L'analisi funzionale dei problemi in classe
Le TCC
Strategie per la scuola